Che la situazione economica e finanziaria attualmente non è delle più rosee non è certo un mistero: la Cina è uscita dalla quarantena ma fa fatica a rialzarsi, senza contare che Europa ed America ci stanno appena entrando nel baratro dell’emergenza coronavirus.
Nei prossimi mesi le conseguenze saranno potenzialmente disastrose, ma un primo effetto lo si può vedere anche sul prezzo del petrolio: complice anche il mancato accordo tra Opec e gli altri paesi produttori, il prezzo del barile è sprofondato oltre ogni limite storico.
In particolare, negli Stati Uniti il prezzo del petrolio greggio è sceso del 13 per cento arrivando a 21,65 dollari al barile, il più basso degli ultimi 18 anni; ha chiuso a 22,76 dollari al barile.
La quotazione del WTI si è persino riportata sotto i $20 al barile.
La colpa è da ricercare nelle preoccupazioni legate al crollo della domanda, ma anche nella guerra dei prezzi iniziata da Mosca e Riad, due grandi produttori che hanno minacciato di incrementare l’output al loro massimo potenziale.
Per quanto riguarda la domanda, che fino a poco tempo fa superava 100 milioni di barili al giorno, si è ridotta di un quarto, dicono le ultime stime degli analisti. Nemmeno la crisi del 1929 aveva provocato un crollo del genere.
Secondo la Bank of America è probabile che il consumo mondiale di petrolio si ridurrà di 12 milioni di barili in questo quadrimestre.