Nelle scorse settimane la notizia ha fatto il giro del mondo: in Illinois ci sarebbe stata la prima vittima imputabile all’uso della sigaretta elettronica, che finora è stata considerata innocua, ed ora sembra che le vittime siano già quasi una decina.
Ad onor del vero, la diatriba è ormai accesa da anni tra coloro che sostengono che le ormai celeberrime e-cig siano nocive al pari della sigaretta tradizionale e coloro che, invece, la considerano una valida alternativa, più “salutare”, alle classiche bionde.
Uno scontro che finora ha avuto ben pochi fondamenti scientifici, ma ora arriva un nuovo studio a rimescolare nuovamente le carte in tavola.
I dati, ottenuti da un team di ricercatori del Baylor College of Medicine, evidenziano collegamenti tra l’utilizzo delle cosiddette e-cig e i gravi problemi di salute riscontrati tra gli “svapatori”.
Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine del Journal of Clinical Investigation, è stato condotto su cavie animali, ma per gli scienziati i rischi possono esser considerati equiparabili a quelli per l’uomo.
Parallelamente, però, è stata anche analizzata la differenza dell’impatto sulla pressione e sui vasi sanguigni tra sigarette elettroniche, il dispositivo a tabacco riscaldato Iqos e le sigarette.
La prima ricerca indipendente sull’uomo realizzata dai ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma e pubblicata sulla rivista JAHA (Journal of American Heart Association) afferma che entrambi i dispositivi, basati su tecnologie che permettono di inalare nicotina evitando però i derivati della combustione, hanno un impatto nettamente inferiore sulla pressione e sui vasi, oltre che sullo stress ossidativo cellulare.
Ed allora, qual è la “verità”? Per adesso una risposta ancora non c’è anche se l’Organizzazione mondiale della sanità da sempre guarda alle sigarette elettroniche con molto scetticismo.