Nei mesi scorsi tutti noi, volenti o nolenti, siamo stati costretti a subire, da parte delle compagnie telefoniche nazionali, la fatturazione a 28 giorni: in pratica, in un anno siamo stati costretti a pagare 13 mensilità invece che 12.
Una scelta irrazionale e immotivata che per fortuna è poi stata revocata, ma cosa ne è stato dei soldi indebitamente percepiti?
Grazie alla battaglia serrata portata avanti dall’Agcom, la giustizia aveva già decretato la restituzione, ma poi un ricorso delle stesse compagnie aveva bloccato i rimborsi.
Ma in queste ore ecco arrivare la svolta: il Tar ha stabilito che le compagnie telefoniche che hanno applicato le tariffe a 28 giorni, per effetto della decisione del Consiglio di Stato che ha respinto l’appello, dovranno restituire i “giorni illegittimamente erosi“.
Il periodo per cui Vodafone, Wind-Tre e Fastweb (su Tim la pronuncia arriverà in un momento successivo) sono state ‘sanzionate’ va dal giugno 2017 (pronuncia dell’Agcom che, di fatto, definiva illegittima la tariffazione a 28 giorni) all’aprile 2018 (ripristino della tariffazione a 30 giorni).
Per quanto riguarda l’indennizzo, il Codacons quantifica una cifra compresa tra i 30 e i 50 euro.