È una ferita aperta nel cuore non solo della città ma del paese intero: a causa del suo crollo il 14 agosto 2018 persero la vita 43 persone, vite spezzate in pochi attimi.
Da un anno pilastri e calcinacci sono lì a ricordare l’accaduto, ma è ora di ripartire, di ricostruire, ma per poterlo fare bisogna completare prima l’opera di demolizione del Ponte Morandi di Genova.
E così domani alle ore 9 le pile 10 e 11 sul lato Est di ponte Morandi verranno demolite con l’uso delle micro-cariche esplosive. I pilastri dovrebbero cadere in meno di sei secondi.
Il rischio amianto è stato scongiurato, con i carotaggi effettuati sulle pile 10 e 11che ne hanno escluso la presenza oltre i limiti di legge. Resta il timore per le polveri sollevate dall’esplosione: nei piani del sindaco la loro diffusione sarà mitigata da decine di vasche, poste sopra e sotto l’impalcato, che solleveranno un muro d’acqua alto 50 metri.
Un’operazione molto complessa e delicata, che avrà ripercussioni non soltanto nella zona “rossa” di 300 metri che verrà evacuata, ma anche sulla viabilità cittadina e autostradale e sulla circolazione ferroviaria.
L’autostrada A7 Genova-Milano tra l’allacciamento con la A12 e la barriera di Genova Ovest sarà chiuso dalle 7 alle 22. Circa 500 persone con problemi e donne incinte lasceranno le loro abitazioni dalla sera prima. Oltre 3400 persone saranno sfollate dalle 5.30 della mattina. Per loro buoni pasti e strutture dove passare la giornata.