Il contatore è quell’apparecchio che si trova in ogni casa o condominio, ed in generale in ogni struttura dove si trova un impianto che produce energia elettrica. I contatori più diffusi erano quelli monodirezionali, vale a dire che contavano tutta l’energia elettrica consumata senza distinguere il verso della corrente; tutto quello che entrava (o usciva) sotto forma di energia elettrica dall’impianto o verso l’impianto veniva conteggiato, senza alcuna distinzione. I contatori monodirezionali erano la soluzione giusta quando non avveniva mai che delle piccole utenze domestiche o non domestiche potessero produrre elettricità; questo sistema, quindi, era affidabile e sufficiente. Oggi, invece, questo tipo di contatori di elettricità sta sparendo per fare il posto ad una tipologia del tutto nuova, cioè i contatori bidirezionali.
Dato che oggi non esistono solo utenti ‘passivi’ ma anche ‘attivi’, cioè utenti che producono energia elettrica – l’esempio più classico sono quelle persone che installano un impianto fotovoltaico – il contatore deve essere in grado di distinguere l’energia che fluisce verso la rete elettrica da quella che invece viene utilizzata per alimentare gli elettrodomestici o per altri usi, come per illuminare.
L’impianto fotovoltaico viene usato per soddisfare i bisogni energetici di una casa o di un ufficio o di un’azienda; questi utenti, si dice, hanno a disposizione una rete con scambio di energia, perché sono talora utenti passivi (usano l’energia elettrica per far andare gli elettrodomestici o per illuminare la casa, o per l’ufficio) e talora si comportano come utenti attivi, cioè producono energia (grazie all’impianto fotovoltaico e soluzioni simili); si comportano, anche se in maniera molto più piccola, proprio come uno stabilimento.
In questo caso gli utenti attivi devono essere dotati di un particolare contatore, che distingua di volta in volta se l’energia elettrica entra nel loro impianto, o se esce. Questo tipo di prodotto che è in grado di effettuare questa distinzione sono i contatori bidirezionali Enel.
I contatori bidirezionali esistono da molto tempo, da qualche decina d’anni, ma nelle case degli utenti sono arrivati solo a partire dagli anni 2000. Questi prodotti sono dotati di una parte elettronica che distingue l’energia in entrata da quella in uscita.
Possiamo distinguere questi apparecchi perché fra i dati di targa hanno un simbolo particolare, due frecce orizzontali una sopra l’altra ed una di verso contrapposto all’altra.
In particolare, i contatori bidirezionali Enel sono in grado di conteggiare l’energia prelevata (sottratta dalla rete per usi interni, come illuminazione) e quella immessa (quella che esce dal piccolo impianto di produzione di energia elettrica della casa/azienda/ufficio ed entra nella rete pubblica).
Oggi i contatori bidirezionali Enel sono sempre più diffusi perché vengono installati a tutti gli utenti, anche a quelli sono passivi, in modo da eliminare ogni problematica di conteggio.
I contatori bidirezionali Enel distinguono quindi i consumi, che sono la quantità di energia elettrica che viene presa dalla rete pubblica, ed è quella che viene inviata all’ente fornitore per fare la bolletta; e invece l’energia immessa è prodotta dall’impianto dell’utente attivo e come tale ‘torna indietro’ sotto forma di rimborso o si incentivi.