La situazione italiana non è certo rosea: il prolungato lockdown ha ridotto in ginocchio moltissimi settori che già faticavano a tenersi in piedi, e le previsioni più ottimistiche in questo 2020 prevedono una caduta del Pil anche di 12 punti percentuali.
Ma la situazione è simile in molti paesi europee, ed anzi c’è anche chi sta facendo peggio.
È il caso del Regno Unito: con i dati del Pil del secondo trimestre che ha segnato un calo del 20,4% sull’onda delle misure di lockdown per contrastare l’epidemia di coronavirus il paese è entrato ufficialmente in recessione.
Secondo quanto riporta la Bbc sui dati dell’ufficio statistico nazionale, si tratta della prima recessione dalla crisi finanziaria del 2008.
Si tratta anche della flessione trimestrale più forte da quando il governo ha cominciato a raccogliere questi dati in modo sistematico nel 1955.
Nel confronto con il periodo aprile-giugno di un anno fa l’arretramento è stato del 21,7%, ancora peggiore. L’economia britannica a giugno è però cresciuta dell’8,7% rispetto al mese precedente.
Delicata anche la situazione occupazione. I dati ufficiali mostrano che il numero di persone occupate nel Regno Unito è diminuito di 220.000 unità nei tre mesi successivi alla chiusura del paese: gli occupati sono scesi in totale a 32,92 milioni.