L’intelligenza artificiale ha fatto molta strada nell’ultimo decennio.
Gli algoritmi di apprendimento automatico possono ora fare molte cose prima ritenute impossibili da una macchina, inclusa la generazione di opere d’arte originali come romanzi, sceneggiature e persino musica.
Le IA ora possono diagnosticare tumori, leggere mappe e giocare spesso molto più velocemente e con maggiore precisione rispetto ai migliori esseri umani.
Ma c’è una cosa che è sempre rimasta attaccata a questi sistemi: l’umorismo.
Il nuovo algoritmo di Google è un sistema speciale : è abbastanza potente e intelligente non solo per capire una barzelletta che non hai mai visto prima, ma anche per spiegare eloquentemente il succo della barzelletta.
Questo è molto più difficile di quanto sembri ed è un grande passo avanti verso la costruzione di algoritmi in grado di comprendere il linguaggio umano e forse la natura umana stessa.
I Large Language Models (LLM) come GPT-3 hanno consentito ai chatbot di produrre comunicazioni umane sorprendentemente e stranamente accurate, tanto che spesso è difficile dire cosa viene generato da una macchina e cosa viene digitato da un essere umano.
Il nuovo algoritmo sviluppato da Google Research è noto come Pathways Language Model o PaLM.
Secondo Google, PaLM è in grado di comprendere più di 540 miliardi di parametri, inclusi concetti e relazioni complessi che si pensava fossero fuori dalla portata dei computer.
Al momento, il sistema PaLM può scalare la formazione a 6.144 chip, utilizzando un mix di set di dati in inglese e multilingue da libri, Wikipedia, documenti web, conversazioni e persino GitHubcode.
Il suo obiettivo è aprire un nuovo capitolo nell’IA disponendo di un unico sistema che risolva praticamente qualsiasi tipo di problema o attività, piuttosto che addestrare migliaia di algoritmi individuali progettati per completare un’attività limitata.
Ma forse gli esempi più sorprendenti mostrano come l’umorismo possa essere riconosciuto e interpretato dal modello , anche quando è specificamente progettato per innervosire l’ascoltatore.