Nanofili per rendere le celle fotovoltaiche due volte più efficienti allo stesso costo.
Un gruppo di ricercatori della Norwegian University of Science and Technology (NTNU) afferma di aver sviluppato un nuovo materiale basato su nanofili semiconduttori. Se questo fosse posizionato sopra una cella solare standard, potrebbe, secondo gli scienziati, raddoppiare la sua efficienza a un costo modesto.
Anjan Mukherjee, del dipartimento di sistemi elettronici dell’università e principale sviluppatore del metodo, afferma di avere “un nuovo metodo di utilizzo dell’arseniuro di gallio (GaAs) reso molto efficiente grazie alla nanostrutturazione. Questo ci permette di rendere le celle solari molto più efficienti utilizzando solo una piccolissima frazione del materiale normalmente utilizzato” .
L’arseniuro di gallio è già utilizzato nell’industria. Viene utilizzato durante la produzione di celle ad alta efficienza (soprattutto per lo spazio), data la qualità del suo assorbimento della luce e le straordinarie caratteristiche in elettricità.
Il costo significativo, ha portato alla richiesta di tecniche che consentano di contenerlo. Il nuovo metodo fa quindi parte di un recente desiderio di ottenere buoni risultati con questo composto utilizzando il minor materiale possibile.
Qui gli scienziati hanno quindi adottato una struttura basata sui nanofili. Progettato in tandem, il pannello posiziona questa rete sopra una cella di silicio.
Per Helge Weman, professore al dipartimento di sistemi elettronici, questa tecnica “Evita l’uso di un costoso substrato di arseniuro di gallio“, ma darebbe una cella “10 volte più efficiente di qualsiasi altra cella solare“.
Secondo Anjan Mukherjee, il metodo di produzione utilizzato sarebbe favorevole all’industrializzazione. Spiega l’esperto:
“Creiamo i nanofili utilizzando un metodo chiamato MBE (epitassia a fascio molecolare), che non è una soluzione in grado di produrre grandi volumi di materiale. Tuttavia, è possibile produrre queste nuove celle solari su larga scala utilizzando altri metodi, come il MOCVD (deposizione di vapore organico metallico)”.
I pannelli così prodotti potrebbero essere compatibili anche con l’utilizzo nello spazio. I ricercatori si chiedono se aggiungere i loro nanofili ad altri tipi di pannelli.
Anjan Mukherjee spiega:
“Stiamo esplorando l’aggiunta di questo tipo di struttura ad altri substrati, come il grafene. Ciò potrebbe fornire enormi opportunità per la produzione di celle solari leggere e flessibili, che possono essere utilizzate in droni autoalimentati, microsatelliti e altre applicazioni spaziali”.
Fonte: TechXplore
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