La morte di Steve Jobs, il 5 ottobre 2011, presidente, amministratore delegato (CEO) e co-fondatore di Apple, Inc., la multinazionale più preziosa al mondo che guida la classifica come la più grande azienda tecnologica nel mondo per fatturato, ha lasciato senza parole tantissime persone.
Jobs è stato un imprenditore unico, che è riuscito a diventare un’icona della Silicon Valley in pochi anni. Il suo nome è uno di quelli che sono sempre inclusi quando si menzionano grandi riferimenti tecnologici, perché dopo la creazione e l’evoluzione di Apple, ha lasciato un segno immenso nel settore.
Prima di morire aveva già salutato l’azienda da lui fondata con tanta passione e queste erano state la sue dichiarazioni:
“Ho sempre detto che se fosse arrivato il giorno in cui non avrei più potuto adempiere ai miei doveri e alle mie aspettative come CEO di Apple, sarei stato il primo a lasciare. Sfortunatamente, quel giorno è arrivato”.
Quelle parole di addio hanno poi portato alla nomina di Tim Cook come nuovo amministratore delegato della società, ma Steve ha chiesto di rimanere responsabile della presidenza del consiglio di amministrazione e di mantenere una posizione come dipendente.
Steve Jobs aveva ammesso che si stava avvicinando alla fine della sua vita e quando è arrivato il giorno, la sua famiglia ha rilasciato una dichiarazione con parole commoventi:
“Steve è morto pacificamente oggi circondato dalla sua famiglia. Nella sua vita pubblica era conosciuto come un visionario; nella sua vita privata, ha apprezzato la sua famiglia… Sappiamo che molti di voi piangeranno con noi“.
La sua biografia racconta che Steve è stato coinvolto in ciascuno dei processi di sviluppo di tutti i prodotti Apple, raggiungendo un grande legame di amore e odio con il suo team di lavoro, poiché non ha mai smesso di difendere le loro convinzioni a tutti i costi.
Allo stesso modo, una delle distinzioni durante la sua lunga giornata e il suo ruolo di CEO è stata la sua sensibilità: qualsiasi emozione travolgente, si è liberata, per la maggior parte, di pianto (anche in presenza dei suoi colleghi).
Jobs è stato definito un profeta, in anticipo sui tempi e già delineando nella sua mente e nelle dichiarazioni pubbliche nuovi prodotti che diversi decenni dopo sarebbero diventati realtà.
Jobs non si è mai vergognato del suo passato, anzi, ha avuto il coraggio di imparare da esso e trasmettere quegli insegnamenti al resto del mondo. Nel suo discorso ai laureati di Stanford nel 2005, ha offerto testimonianza sul valore dell’educazione, dell’amore, della fede e delle vie del destino.
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