Se non fosse una cosa così seria e delicata, verrebbe addirittura da sorridere: veramente con tanti giovani medici brillanti, costretti ad emigrare all’estero per vedersi riconosciute le proprie competenze senza fare tirocini non pagati per decenni, negli ospedali devono essere chiamati i militari?
Eppure è così e sta per accedere in Molise: secondo il commissario alla Sanità, Angelo Giustini, l’ultima spiaggia prima di procedere alla chiusura, già dal prossimo mercoledì, dei reparti di ortopedia e traumatologia dei nosocomi di Isernia e Termoli (Campobasso) è di far arrivare militari specialisti in ausiliaria per fronteggiare l’emergenza dovuta alla carenza di personale sanitario.
Durante una riunione di gabinetto del Ministero della Difesa sono stati già individuati “105 camici bianchi che operano nella sanità militare, che possono essere selezionati e impiegati in quella civile”.
I professionisti selezionati “hanno le specializzazioni utili al Molise: ortopedici innanzitutto, ne abbiamo chiesti almeno un paio per evitare di chiudere il reparto a Termoli dove ad oggi non c’è un’adeguata e sufficiente turnazione, e poi ginecologi, chirurghi, e anestesisti”.
Quella che però al momento è solo una proposta del commissario della Sanità non è stata accolta di buon grado dal presidente della Regione Molise, Donato Toma che, parlando all’AdnKronos Salute, chiarisce di essere “contrario a soluzioni non strutturali estemporanee”.
E aggiunge: “Senza nulla togliere all’alta professionalità dei medici militari, non ritengo si tratti di una soluzione utile e praticabile, perché la presenza di questi camici bianchi sarebbe totalmente decontestualizzata dall’organizzazione della sanità regionale”.