Anche se non avete un pollice troppo verde, ma avete un pezzo di terra a disposizione, magari dietro casa, dove potete prendervene cura stagione dopo stagione, potete provare a fare un piccolo esperimento: piantare una sola tipologia di coltura e ripetere la medesima semina, raccolto dopo raccolto.
Che siano patate o zucchine, grano o insalata, noterete senza dubbio che quantitativamente le prime raccolte saranno senza dubbio più ricche, con piante rigogliose e fitte, mentre più passa il tempo e meno saranno ottimali i risultati.
Il perché di questo semplice esperimento?
Per capire l’importanza della tecnica della rotazione delle colture, in uso dalla notte dei tempi ma che ancora oggi è una delle tecniche più importanti e usate in agricoltura, soprattutto quando non si vogliono usare troppi fertilizzanti ed “aiutanti” chimici.
L’avvicendamento colturale semplicemente prevede la variazione della specie agraria coltivata nello stesso appezzamento, al fine di migliorare o mantenere la fertilità del terreno e garantire, a parità di condizioni, una maggiore resa.
Ogni ortaggio assorbe infatti elementi nutritivi dal terreno in modo selettivo esaurendone alcuni e permettendo l’accumulo di altri, e cambiando ad ogni semina si permette di mantenere un certo equilibrio generale.
Si evitano così impoverimento del suolo, proliferazione di parassiti, sviluppo di malerbe, che rappresentano uno degli aspetti più negativi dell’agricoltura a monocoltura.