Quando si parla di energia, negli ultimi anni si fa sempre più riferimento alle forme di energia alternative, quelle che impattano poco sull’ambiente: si pensi, ad esempio, a quella eolica, prodotta dal vento, o quella solare, prodotta appunto dal raggi provenienti appunto dal Sole.
Ma dove va a collocarsi l’energia nucleare?
Iniziamo subito col dire che l’energia nucleare è una forma di energia che deriva da modifiche della struttura della materia: insieme alle fonti rinnovabili ed alle fonti fossili, è una fonte di energia primaria, ovvero è presente in natura e non deriva dalla trasformazione di un’altra forma di energia.
Essenzialmente esistono due tecnologie in grado di sfruttare l’energia atomica, la fissione nucleare e la fusione nucleare.
Quella comunemente utilizzata nelle centrali nucleari è la prima tecnologia, che utilizza come materia prima l’uranio, i cui nuclei degli atomi sono bombardati da un fascio di neutroni ad alta energia. Gli atomi bombardati si separano producendo energia, appunto, ma anche altri neutroni che a loro volta possono andare a dividere altri atomi, innescando una reazione a catena.
Una piccola quantità di uranio genera una grande quantità di energia tramite il processo di fissione nucleare, ma allo stesso tempo viene emessa una consistente radioattività, che contamina tutti gli oggetti esposti alle radiazioni, con il risultato di produrre una quantità piuttosto elevata di scorie radioattive.
Proprio l’eliminazione delle scorie nucleari è il problema più critico da risolvere e la principale opposizione che viene mossa quando si paventa la possibilità di costruire nuove centrali capaci di produrre una gran mole di energia.