Decreto Rinnovabili, fotovoltaico al posto dell’amianto: le agevolazioni

Redazione

Nel Decreto Rinnovabili, agevolazioni per il fotovoltaico se si sostituisce l’amianto con pannelli solari

Una delle (in verità poche) cose intelligenti che si stanno portando avanti in questo periodo in tema di economia, è il decreto sulle rinnovabili. Il tema delle energie alternative, e soprattutto quelle rinnovabili, è sempre nell’agenda di qualsiasi governo negli ultimi anni.

Il problema è come di volta in volta viene affrontato, sapendo alcune cose. Se vogliamo che questo clima sempre più pazzo in qualche maniera torni a operare in termini di ordinarietà, anche noi terrestri dobbiamo fare qualcosa, e qualcosa di importante.

Sembra ormai accertato che il surriscaldamento globale, e quindi le temperature, dipendano anche dall’effetto antropico, e più specificatamente dall’opera dell’uomo, diretta o indiretta, in termini di inquinamento atmosferico.

Stiamo parlando del famigerato effetto serra, ovviamente. Non è escluso che, nell’ambito delle mutazioni periodiche del clima del pianeta, ci stiamo avviando verso un periodo più caldo (e questo comunque non è un dato facile da rilevare, visto che le statistiche a disposizione non ci offrono la possibilità di molte comparazioni).

Comunque, naturalità o meno dei cambiamenti climatici, l’aumento della produzione nell’aria gi gas inquinanti, come CO2 e altri, contribuisce in maniera importante all’aumento medio delle temperature. E questo è da evitare in tutti i modi.

Le energie rinnovabili sono per antonomasia quelle che si rinnovano continuamente in periodi brevi o brevissimi, e come tali tendono a inquinare il meno possibile, se non quasi zero.

Stiamo parlando, ad esempio, del sole e del vento; ma anche del mare e di altre energie. Qualche lustro fa si era cominciato molto bene, incentivando in maniera importante la realizzazione di impianti fotovoltaici, eolici e altri, con contributi, diretti o indiretti, da parte dello Stato.

Tuttavia la propulsione iniziale, l’inerzia, è finita abbastanza presto. Lo stimolo a realizzare impianti a energia rinnovabile, soprattutto piccoli e medio – piccoli, ha visto un progressivo inaridimento. I soldi, vale a dire gli incentivi stessi, sono finiti abbastanza presto.

Sono rimaste delle agevolazioni di carattere fiscale, anche importanti, ma non tanto da spingere nuovamente la gente a realizzarsi il piccolo impianto fotovoltaico per casa, o l’impianto eolico o di biomasse per alimentare la propria abitazione o il proprio esercizio commerciale.

Insomma, la convenienza è venuta meno. La speranza è che con l’abbattimento progressivo dei costi dei materiali per la realizzazione di impianti di energia rinnovabile (soprattutto quelli cosiddetti stand alone, che non hanno bisogno se non in maniera limitata o molto limitata, anche dell’allaccio alle reti) si possa tornare a produrre energia pulita a basso costo, sufficiente per i propri bisogni.

Nel frattempo, dicevamo, è in itinere il decreto rinnovabili. Nella sua stesura finale (almeno si spera sia tale viste le ultime non proprio brillanti performance di questo governo) viene incentivata in maniera importante l’energia degli impianti fotovoltaici realizzati in sostituzione di coperture in amianto o eternit.

Si parla non solo dell’energia immessa in rete, ma anche di quella destinata all’autoconsumo. Dal 2018 al 2020 la dotazione disponibile sarà di 250 milioni di euro.

Per il via libera definitivo si attende solo la firma del Ministero dell’Ambiente. Agli incentivi previsti potranno accedere impianti di nuova costruzione inferiori a 1 MW, impianti oggetto di potenziamento, purché questo sia inferiore a 1 MW, impianti oggetto di rifacimento di potenza inferiori a 1 MW.

Però bisogna prestare attenzione al fatto che possono accedere agli incentivi solo quegli impianti fotovoltaici superiori a 20 KW, cioè quelli che non possono accedere alle detrazioni fiscali nell’ambito degli interventi di riqualificazione edilizia.

I bandi per l’iscrizione la registro, così come quelli per le procedure d’asta, saranno organizzati in tre gruppi.

Il primo riguarda il fotovoltaico e l’eolico, il secondo riguarda gli impianti geotermoelettrici e idroelettrici, il terzo riguarda gli impianti a gas residuati dei processi di depurazione, alimentati da gas di discarica e impianti eolici, idroelettrici e geotermoelettrici oggetto di rifacimento totale o parziale.

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