Occhi puntati su Goblin, l’oggetto più distante del Sistema Solare

Redazione

Occhi puntati su Goblin, l’oggetto più distante del Sistema Solare: a breve l’annuncio ufficiale.

Ormai sono tantissimi anni che si scruta il cielo alla ricerca di qualcosa di nuovo. Sappiamo molte cose sull’universo, ma non ne sappiamo moltissime, e, tutto sommato, un buon modo di estrinsecare l’innata voglia di curiosità del genere umano, è quello di guardare con un telescopio o di avvalersi di un radiotelescopio.

Le tecniche di osservazione negli ultimi decenni sono migliorate in maniera esponenziale. Sono migliorati i telescopi, sono migliorate le tecniche di ripresa e di rilevazione, è aumentata la quantità di siti osservativi che permettono analisi più approfondite e confronti di dati.

Soprattutto, di là della grandezza e della potenza degli strumenti classici per l’osservazione, si è capito che il vero goal era di uscire dall’atmosfera terrestre. Questo sia perché, in assenza o quasi di aria, la visione è estremamente più nitida, quasi perfetta; e sia perché col passare del tempo l’inquinamento luminoso ha ormai avvolto una buona parte del globo terrestre.

Nello spazio è tutt’altra cosa; e, infatti, si è pensato di piazzare in orbita intorno alla nostra Terra, dei telescopi. Il più blasonato, e anche il più attivo, come noto è Hubble, il veterano dei telescopi spaziali, col quale sono state fatte delle riprese dell’universo di rara bellezza. Ma in campo astronomico non c’è solo l’enormemente lontano, c’è anche un universo di prossimità, il nostro famoso Sistema Solare.

Lo conosciamo così com’è, con i suoi più o meno standard pianeti: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone. E poi ci sono miriadi di altri corpi celesti, come gli asteroidi, i satelliti, e spesso anche le comete che entrano nel Sistema Solare lasciando la loro inimitabile scia di bellezza. Ma Poi? Cosa c’è ai bordi del Sistema Solare?

E oltre il Sistema Solare, negli spazi più freddi dove perfino la luce della nostra stella di riferimento, il Sole, stenta ad arrivare? Cosa c’è? La caccia dura ormai da molto tempo, una caccia fatta di osservazioni, di riprese fotografiche, di dati, di simulazioni. È tutt’altro che facile andare a vedere così lontano perché, per quanto possa essere potente un telescopio o un altro strumento d’osservazione, la luce da quelle parti estreme arriva estremamente fioca.

La luce è una cosa meravigliosa, riesce a bucare il buio più buio, ma a 80 unità astronomiche, 80 volte la distanza fra Terra e Sole, non c’è calore, quasi non c’è luce. C’è buio e c’è il freddo cosmico. Ecco allora che, alla ricerca dell’inafferrabile Pianeta X, un gigantesco oggetto celeste che dovrebbe trovarsi da quelle parti, succede invece che si individui il corpo più distante del Sistema Solare, fra quelli finora individuati.

Gli scienziati l’hanno chiamato Goblin, come il folletto nemico dell’Uomo Ragno. Il corpo dovrebbe avere un diametro di circa 300 chilometri, quindi in realtà molto piccolo, ma la cosa più fantastica è che questo piccolo pezzo di roccia impiega per fare un giro intorno al Sole addirittura quarantamila anni. Contro, naturalmente, i 365 giorni che impiega la Terra.

La scoperta è stata descritta minuziosamente sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Astronomical Journal. L’annuncio ufficiale sarà a breve fatto dal Centro per i Pianeti Minori. L’orbita di questo pianetino, chiamiamolo così anche se il termine è improprio, è estremamente allungata, tanto che proprio un’orbita siffatta sembrerebbe confermare indirettamente la presenza del famoso pianeta X. Infatti, il pianeta X, che dovrebbe avere una massa pari a 10 volte quella della Terra, deformerebbe in maniera importante la traiettoria nello spazio di corpi così lontani.

La scoperta di Goblin è stata fatta dai ricercatori Scott Sheppard, della Carnegy Institution for Science; Chad Trujillo, della Northern Arizona University; infine da David Tholen, dell’Università delle Hawaii.

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